Il valore dell’automedicazione responsabile

Il valore dell’automedicazione responsabile, nel quadro dei cambiamenti della sanità italiana, è stata al centro di un evento organizzato il mese scorso da Assosalute (Associazione Nazionale Farmaci di Automedicazione).

L’evento, in collaborazione con Fortune Health Italia, ha offerto più di un’occasione di riflessione non soltanto sull’evoluzione che la pandemia Covid-19 ha imposto alla “self medication” e alla sanità in generale, ma anche su come i servizi e le varie professioni sanitarie dovranno rinnovarsi per affrontare il futuro.

L’intervento di Francesco Maietta, responsabile dell’area politiche sociali del Censis, ha, per esempio, subito offerto interessanti spunti su opinioni, comportamenti e aspettative dei cittadini, partendo dal ruolo svolto dall’automedicazione durante la pandemia.

L’automedicazione si è rivelata la soluzione più praticata e ad alta efficacia, tant’è vero che per il 76% degli intervistati si è rivelata importante per guarire dai piccoli disturbi. Il 65% degli italiani, prevalentemente i giovani e laureati, si è autogestito con i farmaci Otc (dall’ inglese “Over The Counter”, letteralmente “sul banco”, ovvero senza obbligo di presentazione di ricetta medica), seguendo i consigli di Medici e dei Farmacisti territoriali. Infatti, il 73% si è rivolto direttamente a loro. Fatta 100 la quota degli italiani autogestiti, il 77,4% si è rivolto al Medico e al Farmacista, dimostrando così il loro ruolo nell’individuare una soluzione terapeutica appropriata ed evitare d’intasare le strutture del Ssn (Sistema Sanitario Nazionale).

Dal dibattito è emerso che si richiede al Governo Italiano, nel prossimo futuro, l’istituzione di strutture sanitarie di prossimità per le cure primarie. La maggior parte suggeriscono il potenziamento delle Farmacie come “centri servizi”, mentre la restante (i più giovani) chiedono di promuovere un maggiore ricorso al digitale e alla telemedicina.

Si osserva, all’unanimità, che il Farmacista deve diventare il referente primario per i piccoli disturbi, in stretta connessione con il MMG (medico di medicina generale), cui spetta il ruolo di primo referente per la salute in generale.

L’importanza di una più stretta partnership Medico/Farmacista è stata ben puntualizzata da Salvatore Butti, presidente di Assosalute, che ha sottolineato anche l’importanza della telemedicina nell’evoluzione della sanità del futuro.

La direttrice Chiara Sgarbossa dell’Osservatorio Innovazione digitale in Sanità del Politecnico di Milano, ha proposto interessanti dati sui trend dell’evoluzione digitale. Risulta, infatti, che il 43% degli italiani ha cercato online informazioni sul Covid-19, il 73% le cerca più in generale sugli stili di vita salutistici, il 37% ritira referti on line, il 26% utilizza il web per prenotare visite ed esami e il 17% per pagare i servizi.  Inoltre, il 39% dei Medici di famiglia e degli Specialisti ha fatto, durante l’emergenza pandemica, televisite, segnando il grande balzo in avanti che questa ha imposto ai servizi telematici, che peraltro risultano ora desiderati dall’89% degli intervistati. Unico dato negativo riguarda il Fse, il Fascicolo Sanitario Elettronico, conosciuto soltanto dal 38% degli intervistati.

L’incontro ha poi offerto una tavola rotonda cui hanno partecipato il Presidente Simg (Società Italiana Medicina Generale), Claudio Cricelli, il Vicesegretario Fimmg (Federazione Italiana Medici di Famiglia), Domenico Crisarà, il Segretario di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino, e i Presidenti di Fofi, Federfarma e Fenagifar (Federazione Ordini Farmacisti Italiani; Federazione Nazionale Unitaria Titolari Farmacia e Federazione Nazionale Associazioni Giovani Farmacisti); ed è stato ben ricordato quanto la pandemia ha provocato e insegnato alle Farmacie, dichiarando che i giovani Farmacisti sono ora pronti ad affrontare i nuovi ruoli che la Sanità del futuro proporrà loro.

Il dibattito di seguito è avanzato sulle “case di comunità” (strutture sanitarie, promotrici di un modello di intervento multidisciplinare, nonché luoghi privilegiati per la progettazione di interventi di carattere sociale e di integrazione sociosanitaria), perché spetta ai professionisti sanitari individuare le soluzioni più efficaci e i percorsi percorribili, mettendo sempre al centro i pazienti, e gli stessi dovranno uscire con una diagnosi e una terapia, che dovrà essere poi attuata sul territorio. Ecco allora che si apre un grande spazio per i Medici di Medicina Generale, per i Farmacisti e per gli Infermieri, forze che vanno messe in rete attribuendo a ciascuna un ruolo ben preciso, figure professionali indispensabili per integrare le diverse mansioni al fine di ottenere una sanità veramente capillare ed efficace.

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Di Aurelio de Chiara Ruffo

Farmacista, Specializzato in Preparazioni Galeniche e Officinali ed in Affari Regolatori del Farmaco

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