Nella chiesa di San Potito, un’esposizione singolare diversa: un’esperienza immersiva. Una mostra dei più celebri dipinti di monsieur Monet, riempiranno dal 20 maggio le pareti di luci e colori.

I proventi di tale iniziativa, serviranno a completare il restauro della chiesa. La Claude Monet the immersive experience, dopo Barcellona, Bruxelles, Milano e Torino, approda a Napoli, nella monumentale chiesa partenopea a via Salvatore Tommasi. Il visitatore e fruitore di tanta delicata bellezza, come quella espressa nelle opere del padre dell’impressionismo francese, viene accompagnato in un viaggio, attraverso i fiori del giardino di Giverny e al cospetto della cattedrale di Rouen, con suggestiva potenza.

<<Lungi dal voler sostituire i musei, il cui ruolo di trasportatori di storia e cultura rimane essenziale, questa mostra intende riunire un pubblico più ampio, non necessariamente avvezzo a questi luoghi, e offrire così un metodo nuovo e complementare per avvicinare chiunque all’arte>> spiega il creatore dell’evento Mario Iacampo.

In particolare, a Napoli, la mostra ha un ulteriore fine. Spiega il Maestro Carlo Morelli, presidente di “Ad Alta Voce”, associazione affidataria della Chiesa: <<l’allestimento ha una valenza sociale significativa, in quanto consente alla mia associazione non solo di fronteggiare il robusto impegno di restauro della monumentale Chiesa di San Potito, ma nel contempo di riprendere le attività di carattere sociale con i giovani che vivono il degrado e l’abbrutimento delle periferie>>.

Attraversare il viale della dimora Normanna, acquistata da Monet nel 1883, fermarsi con lui, ad ammirare lo stagno delle ninfee, e i suoi sognanti ponti. Questa impresa è stata realizzata con l’aiuto di Dirty Monitor, sono stati selezionati, più di 300 dipinti, in 100.000 immagini, con l’ausilio di 60 proiettori. Presente anche, un’area colorata ed interattiva per i più piccoli, che potranno essere Monet, per qualche ora, portando a casa il proprio capolavoro, come ricordo di un primo approccio con l’arte, indimenticabile. Immergersi nel cuore creativo dell’artista è davvero possibile?

Raggiungere l’intensità, l’altezza di un momento, che ha generato la bellezza che si sprigiona da un dipinto, da una melodia, dalla piega di un drappeggio di marmo. Riuscire ad avvertire quelle frequenze, sulle quali ha vibrato l’anima di chi ha riempito di luce, una tela, che da bianca, piatta ed anonima, diventa profonda, colorata e così personale.

Ciascuno di noi vedrà, sentirà, assaporerà: tutto, niente o una parte, chissà. Il fascino di Monet è tuttavia universalmente riconosciuto, monsieur Claude Monet… A wonderful experience… Direi.

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Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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