Ieri, la prima serata del festival, tra il gel per sanificare e il silenzio, di un Ariston purtroppo vuoto. Piaciuto? Non piaciuto agli italiani a casa? Questo festival è diverso! Diverso nello spirito.

Amadeus, elegante e sciolto ha sottolineato, sin dall’inizio: “non avrò spettatori in sala, ma avrò applausi registrati e mi rincuora pensare che siano i vostri da casa”. Il metterlo in chiaro, dal primo momento ha subito tolto l’illusione che fosse il festival di sempre, ed ha gettato quel velo di tristezza, che purtroppo contraddistinguerà questa edizione. Riascoltare Diodato, anche se leggermente giù di tono, ci ha ancora di più riportato alla strana “normalità” di 12 mesi fa, sia con le stupende note di “Fai rumore”, la canzone vincitrice del 2020, sia con la foto della vittoria, una foto senza mascherina.

L’intervento dell’infermiera Alessia, che con il suo selfie, fatto in corsia a fine turno, in piena emergenza il 9 marzo, raffigurante una stanchezza da duro lavoro e combattimento, ci ha riportato indietro di mesi, mesi di silenzio di chiusura e di paura. Fiorello, bravo come sempre, ha intrattenuto il pubblico a casa, in modo egregio, ironizzando su quel carrozzone che è la rassegna sanremese. 

Gli interventi di Matilde De Angelis ed Ibra, gradevoli e leggeri, sono risultati adatti al clima della serata. Riguardo le canzoni in gara, ne abbiamo ascoltate ancora poche. L’ aspettativa è buona, la voglia di normalità e di semplice allegria: grandissima.

Aspettiamo dunque, aspettiamo un Sanremo che l’Italia vuole. Questo paese deve ripartire, ce la deve fare, il sipario si deve risollevare con la grazia che ci fa unici in Europa, ci dobbiamo rialzare con un applauso di incoraggiamento. Le canzoni nate a Sanremo sono nella nostra valigia, sono per tutti noi, un’opportunità di viaggiare nel tempo, hanno da sempre il ruolo di identificare un periodo, un’epoca, un… 

In quel in quel periodo ero qui, facevo questo ecc. Siamo dunque in attesa di sapere chi vincerà? Siamo in attesa, direi di sapere, che abbiamo vinto.

Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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