Alla fine di via Forcella, vi era un tempo l’antica Porta Nolana, detta così perché era posta sulla strada che portava proprio alla città di Nola. La posizione attuale è frutto della riqualificazione della zona avvenuta nel periodo aragonese, in seguito all’ampliamento delle mura difensive della città.

“Come alla Porta Nolana fe’ fare due teste che significavano augurii”

Anticamente la porta era riconosciuta anche come
“Porta Furcillensis” ,
per il fatto che fungeva da portale di accesso allo storico quartiere di Forcella, situata accanto al complesso della Basilica dell’Annunziata.
Nell’arco a tutto sesto è raffigurato il re Ferrante D’Aragona, che volle la nuova costruzione della porta, in uno dei pochi esempi di bassorilievi rinascimentali ancora presenti in città.

Ma l’alone mitico che avvolge i più antichi simboli di Neapolis non risparmia neanche tale porta. In Cronaca di Partenope vengono descritte le due figure umane di marmo posizionate nell’arco proprio dal mago Virgilio, che rappresentavano un uomo ridente ed una donna piangente. Per l’uso antico di trarre auspicio dai passaggi, prese forma la leggenda che riguardava chiunque attraversasse la porta. Se qualcuno voleva ottenere una buona riuscita dell’affare che doveva condurre in città e per caso passava sotto l’immagine dell’uomo che rideva, sicuramente ne conseguiva buoni auspici; se, invece, passava dal lato della porta dove c’era la testa della donna che piangeva, allora l’esito negativo della faccenda era inevitabile.
Antiche simbologie che rimandano all’Oriente e all’equilibrio degli opposti, a testimonianza di una città attraversata continuamente dalle influenze dei popoli mediterranei.

Di Teresa Cimminiello

Laureata in Filologia classica, appassionata narratrice di storie, in costante viaggio alla ricerca di nuove prospettive e angolazioni per raccontare ogni sfumatura del meraviglioso spettacolo della vita.

Lascia un commento