Le indagini stratigrafiche in corso nella Regio IX, insula 10, dell’antica città di Pompei, avviate nel 2023 nell’ambito di un più ampio progetto di sistemazione dei fronti di scavo, hanno raggiunto uno stato di avanzamento che ci consente di proporre – per la prima volta – un ragionamento complessivo alla luce della pianta dell’intera abitazione accessibile dal civico 1, una casa con panificio, dopo aver dato parziali comunicazioni in questa sede già in passato rispetto a singoli aspetti.

Diverse sono le peculiarità emerse già in fase di scavo: la convivenza tra una parte residenziale, decorata con affreschi di elevata qualità di IV stile (lo studio di uno splendido soffitto relativo all’ambiente di primo piano sopra il tablino è ancora in corso) e una parte produttiva destinata alla panificazione; la presenza di iscrizioni elettorali nel larario della casa; un numero crescente, infine, di evidenze che testimoniano come la casa nel momento dell’eruzione fosse in fase di ristrutturazione, anche se le analisi dell’ultimo sacrificio presso l’altare domestico (Comegna et al. 2023) e la presenza di tre vittime nell’ambiente 4 (Amoretti et al. 2023) mostrano che era tutt’altro che disabitata.

Le nuove scoperte rendono possibile descrivere meglio anche il funzionamento dell’impianto produttivo in disuso al momento dell’eruzione del 79 dopo Cristo.

Il settore messo in luce è privo di comunicazioni con l’esterno, l’unica uscita dà sull’atrio, e nemmeno la stalla possiede un accesso stradale come frequente in altri casi.

«Si tratta, in altre parole, di uno spazio in cui dobbiamo immaginare la presenza di persone di status servile di cui il proprietario sentiva il bisogno di limitare la libertà di movimento – fa notare il direttore del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel.

Dunque un panificio dove vi lavoravano schiavi, trattati alla stessa stregua degli animali.

Ora nel 2023 tra pochi giorni terminato, ancora purtroppo non siamo lontani da questo termine schiavitù.

In tante parti del mondo, ancora oggi bambini giovani donne e ragazzi vengono sfruttati per la produzione di oggetti di uso Quotidiano nelle fabbriche di pellame e per la produzione di abbigliamento talvolta gli scara qualità.

L’insostenibile leggerezza del prezzo che deriva da tale manodopera, dovrebbe indignare tutti noi abitanti dell’occidente industrializzato, noi che frequentiamo le scuole dell’ovest evoluto, noi che impariamo l’uguaglianza e l’amore per il rispetto civico; da Pompei, dal 79 d.C, non abbiamo migliorato, la nostra mentalità e la nostra sensibilità è ancora per una piccola porzione di umanità quella che più ci corrisponde, quella che più ci somiglia e rientra nelle nostre categorie mentali.

Gli scavi di Pompei, ancora spunti di riflessione.

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Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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