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Tutti lo abbiamo pensato, molti l’hanno scritto…
Con Maradona se ne va un pezzo di Vita, di storia personale e non solo… e si chiude un’epoca…


Quella di una Napoli che aveva imparato a sognare, a vincere, a rivalersi malgrado tutto e tutti. Di un calcio che non c’è più.
Il Sud in quegli anni aveva trovato il suo eroe, il Campione rivoluzionario che non scendeva a compromessi e che era il riscatto degli ultimi: Diego Armando Maradona era molto di più di un fuoriclasse.


Maradona era l’emblema di una Napoli che si faceva sentire, era il miracolo di chi ce la può fare anche se sei nato a sud del mondo, era lo scugnizzo che palleggia tra la povertà ma che arriva sulla vetta coi grandi.


Aveva tutto: genio e sregolatezza , irriverenza e talento, ma soprattutto aveva l’amore incondizionato dal suo popolo azzurro.
Io gli anni dello scudetto me li ricordo bene.


Napoli era tinta d’azzurro, non solo il cielo aveva questa tonalità , ma tutto, proprio tutto, era stato colorato come la divisa del numero 10.
Ogni angolo della città aveva disegnato su qualche muro l’immagine di Diego come quella di un santo a cui votarsi o a cui dire “grazie” per un regalo ricevuto.


Perché i trofei di quegli anni erano un regalo per un popolo che ha sempre combattuto contro le logiche dei grandi società e contro i pregiudizi. Ed oggi il popolo azzurro rende ancora onore al suo dio e lo farà per tanto ancora.


Lo farà nel tempo raccontando ai bimbi chi era Diego, magari rivedendo su YouTube i suoi prodigi col pallone, raccontando che un giorno di maggio quando alla tv c’era ancora “90esimo minuto” e le partite le ascoltavi per radio se non eri allo Stadio, un ragazzo venuto dall’Argentina ci ha regalato un sogno che durerà per sempre.

Di Titty Alvino

Ho sempre amato le parole e la scrittura, tifosa del Napoli senza se e senza ma, ho unito le mie passioni per vivere appieno il sogno azzurro.

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