ESCHER PAN NAPOLI


“Solo coloro che tentano l’assurdo 
  raggiungeranno l’impossibile.” 

Con queste parole il Pan accoglie il visitatore e lo invita ad intraprendere un viaggio alla scoperta dell’arte evolutiva di Maurits Cornelis Escher (1898- 1972), in mostra fino al 22 aprile, prorogata eccezionalmente fino al 05 maggio! Un percorso che parte seguendo i primi passi dell’artista visionario, poco incline agli studi scolastici quanto brillante nei disegni. E’ proprio da qui che prende le mosse la sua passione smodata per la xilografia e la stilografia, messe a punto nelle numerose incisioni giovanili eseguite con tecniche estremamente precise in grado di coniugare matematica visiva e intuitiva.  Interessante notare la raccolta degli Emblemata, contenute nel libro illustrato da Escher, dove ad ogni simbolo viene associata una frase moraleggiante o un motto di spirito in latino, preziosa testimonianza della rigorosa ricerca di simmetria delle linee rette, curve e tondeggianti caratterizzate dai contrasti di bianco e nero.

Ma il cuore della mostra è riservato alla sezione dei paesaggi italiani, in particolare quelli del Sud Italia, tra Campania, Calabria e Sicilia e i notturni romani, dove ha modo di mettere in campo tutte le tecniche acquisite della litografia, della mezza tinta, del linoleum e persino di un antico metodo giapponese del cucchiaino d’avorio per rendere al meglio le ombreggiature. Una visita avvenuta nel 1923 in Costiera Amalfitana ha segnato la vita dell’artista anche personalmente, in quanto proprio a Ravello incontra la donna che lo accompagnerà per il resto della sua vita, la svizzera Jetta Junker che campeggia nella sala in alto in una fotografia di lei con lo sfondo di Atrani alle spalle.

“bASTA CAMBIARE PROSPETTIVA AFFINCHé CIò CHE APPARE OVVIO E ASSODATO NON SIA PIù REALE”

Ciò che ha affascinato maggiormente Escher è l’incredibile combinazione di elementi così antichi tra loro, come le influenze greche, romane o ancora quelle dei Mori con i tetti degli edifici tondeggianti che conferivano ai paesaggi un aspetto da favola cristallizzato nel tempo. Le chiari pareti rocciose che terminavano a strapiombo sul mare e sulle case appaiono quasi surreali per un “olandese abituato all’orizzonte basso e lineare”. Nel disegno dei Santi Cosma e Damiano del 1932, attraverso un sapiente gioco di luci, ha reso ricca di fascino la rappresentazione del santuario più importante di Ravello.

Suggestioni queste che non lo lasceranno più, ma che anzi hanno dato vita all’opera più famosa che occupa la parete per ben 4 m di lunghezza e 20 cm di altezza: “Metamorphosis II” realizzata
tra il 1939 e il 1940.  Con un ardito gioco di tassellature inserite nella regolare divisione del piano Escher ha creato un vero e proprio capolavoro. Partendo dalle lettere del nome stesso in olandese si aprono delle figure geometriche che fuoriescono in prospettive bidimensionali e tridimensionali aeree fino a comporre il paese arroccato di Atrani. Proprio nella cattedrale di Atrani il pavimento a mosaico ha suggestionato tanto Escher che tramite un ponte ha collegato la città ad una scacchiera fino a ricomporre nuovamente le lettere della parola Metamorphose, in un vorticoso giro prospettico.

Ma la mostra non smette di stupire perché un’ampia parte è dedicata ai lavori dell’artista incentrati sugli studi delle strutture spaziali dando vita ai suoi più celebri quadri di mondi impossibili.

Inoltre si coinvolge il visitatore in avvincenti esperimenti di realtà virtuale capace di proiettarlo direttamente all’interno delle sue opere e capirne l’attento studio che si cela dietro.

Fu un viaggio in Spagna che determinò un nuovo corso nella sua arte. Visitò Madrid, con il suo museo del Prado, Toledo e Granada. Ma a Granada, il palazzo-fortezza Alhambra lo folgorò e ispirò nuovi suoi studi incentrati sulle decorazioni dei muri e dei suoli. Le nuove opere basate sul riempimento periodico del piano susciteranno l’ammirazione di cristallografi e matematici. Da figlio di un ingegnere quale era, calamitò la sua attenzione sulla possibilità di rappresentare l’infinito nelle sue innumerevoli combinazioni in uno spazio finito.             

Attraverso il linguaggio universale della matematica  i suoi “mondi impossibili” e le sue scale prospettiche influenzeranno il modo di vedere la realtà, determinando una vera e propria “EscherMania”
Dai Pink Floyd a Mick Jagger, dalla moda alle pubblicità  e persino nei cartoni animati e dei fumetti il genio del grande artista olandese non smetterà mai di sorprendere.

Di Teresa Cimminiello

Laureata in Filologia classica, appassionata narratrice di storie, in costante viaggio alla ricerca di nuove prospettive e angolazioni per raccontare ogni sfumatura del meraviglioso spettacolo della vita.

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