Napoli, dopo tre mesi di lavori e uno stanziamento di 10 milioni di euro da parte del Ministero della Cultura, ritrova il suo teatro.

Lavori, che hanno rispettato il cronoprogramma di 3 mesi definito dal soprintendente Stéphane Lissner con il responsabile del Rup Almerida Padricelli e i tecnici del Mic, hanno recuperato lo splendore del tavolato del palcoscenico, la meraviglia della tela di Giuseppe Cammarano che chiude il soffitto della sala, finiture di palchi e corridoi, ma anche gli apparati scenici, le caldaie, gli impianti.

Tutto pronto dunque per il 6 aprile prossimo, quando, per un evento fuori abbonamento, il soprano Pretty Yende, stella internazionale nel firmamento dell’opera, terrà un recital di canto accompagnata al pianoforte da Michele D’Elia.

Un modo per festeggiare un ritorno alla normalità dopo una lunga pausa, con la programmazione della stagione 2022/23 spostata al Politeama.

Nel 2008 il San Carlo era già stato oggetto di un imponente lavoro di restauro con 50 milioni di euro di risorse pubbliche spesi sotto la regia del commissario straordinario Salvatore Nastasi.

Tra le più moderne al mondo, nuove sale prova per orchestra e ballerini, l’impianto di riscaldamento/condizionamento della platea.

Ma il nodo della sala teatrale era rimasto. e soprattutto quello dello del ‘soffittone’ della sala, l’imponente opera del Cammarano costituita da un dipinto su fasce di tessuto di canapa a trama larga cucite tra loro per 280 metri quadrati di superfice, fissate al tavolato superiore con chiodi.

Oltre al prezioso e delicato restauro della tela, ora ancorata con 650 nuovi punti e trattata con resine acriliche di ultima generazione dopo la pulitura e la riequilibratura cromatica, si sono riportati alla luce il trattamento a finto marmo originale delle pareti che incorniciano le specchiere dorate, le decorazioni argentee e l’azzurro della famiglia Borbone dei pannelli inferiori dominante in tutta la decorazione del teatro prima del rimaneggiamento in epoca Savoia che lo trasformò in un trionfo di oro e rosso.

Insomma riuscirà a stupirci ancora?

Riuscirà splancando le porte e far entrare il pubblico, a far spalancare a quest’ultimo, la bocca e far sgranare gli occhi?

Il massimo napoletano, il teatro più antico d’Europa ancora in funzione, tra le massime espressioni della cultura di un’Italia conosciuta all’estero come il paese del bel canto e tra le più belle perle della lunga collana dei palcoscenici del nostro paese.

Finalmente a breve dunque la completa ripresa degli spettacoli, ospitati fino adesso dal teatro Politeama.

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Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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