Stamane, alle 11 circa, il ministro Dario Franceschini ha inaugurato il nuovo allestimento di Santiago Calatrava, nella piccola chiesa di San Gennaro, nel Real Bosco della reggia di Capodimonte.

La chiesa era chiusa da 50 anni. Ora, completamente rivisitata in un barocco contemporaneo, aprirà al pubblico, grazie al restyling su progetto dell’archistar spagnolo; il ministro, assieme allo stesso Calatrava, al direttore del museo, Sylvain  Bellenger ed al governatore della Campania Vincenzo De Luca, si sono recati nel sito.

La chiesetta realizzata nel 1745, per volere di Carlo III di Borbone, ad aula unica ovale, dall’architetto Sanfelice, ora gode di una luce nuova, grazie alle splendide vetrate e al soffitto stellato, colorato di un blu intenso che con le vetrate, regala una “dolce tenebra azzurra”, piacevolissima.

I motivi presenti nelle neodecorazioni,: foglie, fiori, uccellini tutti elementi presenti nel bosco circostante, che avvolge la chiesa; quasi essa fosse, un suo frutto, perfettamente inserita in un ambiente naturale, quale quello del bosco, degli alberi circostanti e della vegetazione di Capodimonte.

Calatrava ne ha sottolineato, appunto l’importanza. L’ambiente naturale, infatti che proprio durante questa pandemia, si è ripreso spazio, costringendo l’umanità, all’interno delle proprie case, si è riscattato durante l’improvvisa assenza della nostra specie, con tutta la sua prepotenza.

Aria più pulita, mare cristallino ed insoliti animali girovaghi, hanno generato meraviglia. Santiago Calatrava, nel suo stile combina la concezione visuale dell’architettura, e l’interazione con i principi dell’ingegneria; i suoi lavori sono spesso ispirati alle forme e alle strutture che si trovano in natura.

Nato nei pressi di Valencia, ha iniziato la sua attività professionale nel suo studio a Zurigo. La chiesetta costruita per la gente “campereccia”, è stata chiusa al culto nel 1969; possiede un organo e l’interessante tela, raffigurante San Gennaro in gloria di Leonardo Olivieri.

La sua facciata è sobria ed elegante, la sua porta sbarrata ha finalmente svelato i suoi misteri.

Come sembrano infatti misteriose, le cose chiuse, celate, le porte sbarrate da lucchetti o catenacci.

Come l’uomo ne è attratto , affascinato, incuriosito. Centinaia di persone, in questi 50 anni, a passeggio, in bicicletta, con i bambini, ci saranno passati accanto, immaginando i suoi spazi, ora finalmente tutti noi possiamo sbirciare al suo interno…

Dalla porta principale però.

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Di Valeria Garofalo

Laureata in Conservazione dei Beni Culturali innamorata dell'incanto che questa città sprigiona, capace di emozionarsi ovunque la scia di una melodia sia in grado di portarmi. ...questa sono io

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