Il muro di Berlino 30 anni dopo


Il 9 novembre 2019 si ricorderanno i 30 anni dalla caduta, nel 1989, del muro di Berlino. Il muro che divise in due, nel 1961, una nazione, una città, intere famiglie, amici e che divise il cuore di molti.  Fu sopranominato il “muro della vergogna” dagli stessi berlinesi, lo chiamarono Schandmauer, che significa per l’appunto “Muro della vergogna”, fatto di cemento, fili spinati e di torrette.

Ma come si arrivò a tutto questo? come si arrivò dall’essere liberi nel poter circolare tranquillamente, a poter vedere un amico o un parente, all’essere imprigionati da un muro? Già alla fine della seconda guerra mondiale, scoppiò nel 45, a causa dei difficili rapporti tra USA e URSS, quella che verrà definita nei libri di storia La Guerra Fredda. Proprio la Germania fu una pedina importantissima di questa Guerra, e anche la stessa Berlino fu divisa in quattro zone: Sovietica, Statunitense, Francese ed Inglese. Il poco dialogo fra comunisti ed alleati crebbero sempre di più fino ad arrivare al punto che si crearono nella stessa nazione,  due monete due ideologie economiche e politiche, sino a far nascere in quel periodo, idealmente, due differenti paesi. Si arrivò alla nascita delle due Germanie della Repubblica Federale Tedesca, più conosciuta come Berlino Ovest e La Repubblica Democratica Tedesca, Berlino Est. Mentre Berlino Ovest, riuscì in breve tempo a diventare nuovamente una nazione rispettata per la sua forza economica, la parte orientale, invece, faceva molto più fatica a riprendersi. E proprio a causa di questa ripresa mancata che si iniziò da Berlino Est, una vera emigrazione di giovani e non solo, verso Berlino Ovest, alla ricerca di un futuro migliore.

“1989 – 2019”


Proprio a causa di questo esodo da Est ad Ovest, si innescò la scintilla, dell’idea di dividere materialmente la Germania in due nazioni attraverso un muro. Il 13 agosto 1961, le unità armate della Germania Est ebbero l’ordine di interrompere tutti i collegamenti tra Berlino Est e Berlino Ovest, ed iniziarono a costruire, sotto lo sguardo incredulo ed esterrefatto di tutte e due le parti, un muro… un muro di cemento che diverrà lungo quasi 155 Km, che avrebbe d’improvviso diviso tutto, anche i cuori. I soldati dell’est ebbero l’ordine di sparare su tutti quelli che provavano ad attraversare il muro. Un muro di cemento alto 4 metri, accompagnato dalla “striscia della morte”, ossia era composto da un fossato, da un filo spinato, da armi automatiche, da torri di vigilanza e da pattuglie accompagnate da cani, che erano operative tutto il giorno. Ma nonostante questo, moltissimi provavano ad andare aldilà del muro.

I Leader occidentali, non mancarono di denunciare la situazione che si era creata, e nel 1963 Kennedy in visita a Berlino Ovest, non mancò di rassicurare i berlinesi, del fatto che gli Stati Uniti, non li avrebbero mai abbandonati. Negli anni ottanta finalmente qualcosa iniziava un po’ per volta a cambiare. Il nuovo Leader del partito Comunista Sovietico Mikhail Gorbachev, tentava di rendere più libero e democratico il blocco sovietico dall’interno, il muro diventava sempre più inattuale ed imbarazzante davanti alla comunità internazionale, che considerava questo una gabbia dove i sovietici controllavano i suoi cittadini come dei prigionieri. Il muro iniziava ad incrinarsi. Nel maggio del 1989 ci fu l’apertura della frontiera tra Austria e Ungheria, dato che i tedeschi arrivavano ormai tutti i giorni in Ungheria per chiedere asilo nelle differenti ambasciate della Repubblica Federale Tedesca.

Grandi manifestazioni si tenevano quasi quotidianamente ad Alexanderplatz, ed all’improvviso il governo della Repubblica Democratica Tedesca annunciò il 9 novembre del 1989, ce si poteva ritornare a circolare liberamente verso la Germania Ovest. Le strade iniziarono ad affollarsi, le persone uscivano di casa quasi increduli per quello che stava accadendo. Tutti iniziarono a dirigersi verso quel muro. Il muro finalmente stava per crollare, con martelli, picconi, e qualsiasi altro oggetto utile, si iniziavano a creare brecce nel cemento, per poter finalmente abbracciare chi si trovava aldilà di quel muro. Una festa spontanea, la più grande della storia moderna.

Finalmente si era liberi. La Germania si riunì definitivamente e politicamente un anno dopo, il 3 ottobre 1990, ma il 9 novembre del 1989 rimarrà la data che ha segnato la storia e l’Europa moderna. Il muro non esiste più, ma come si dice, per mai dimenticare oggi ne è conservato una parte nella zona conosciuta come East Side Gallery. Si possono percorrere 1,3 Km di muro, decorato con impressionanti graffiti, che illustrano la storia del muro. I muri non servono a nulla, lo insegna la storia, ecco perché voglio concludere con una frase di Helmuth Kohl, conosciuto anche come il Cancelliere della Germania riunificata: “Il giorno della caduta del Muro fu il giorno della felicità, ma anche il giorno della vergogna. Ma i giovani cancelleranno le ferite del Muro”.

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