La Compagnia degli SCONOSCIUTI


Quando la sala del teatro è piena, i polmoni dell’attore hanno meno ossigeno. Ma il cuore… (Nicolae Petrescu Redi)

…il cuore si ferma nell’attimo che precede l’entrata in scena di un attore per poi riprendere a battere regolarmente quando il palco è suo, quando deve dare il meglio di sé per far divertire, appassionare ed emozionare il pubblico.

Seduto in quelle poltroncine rosse che a stento s’intravedono dal palco nella luce abbagliante dei riflettori, il pubblico intrepido attende di scoprire cosa c’è oltre il sipario, di essere catapultato in un mondo parallelo, scordandosi di quello reale, lasciato per due ore fuori dal teatro.

“SCONOSCIUTI”

Un gruppo di ragazzi napoletani accomunati dalla stessa passione per la recitazione teatrale, per la musica e per il palco decide di mettersi in gioco formando una compagnia eterogenea i cui componenti hanno dai 16 anni in su ed tra cui molti studiano canto e recitazione. Ironicamente è stata chiamata “La Compagnia degli Sconosciuti” poiché in effetti non abbiamo a che fare con attori ed attrici affermati bensì con un gruppo di amatori che fanno del teatro una passione piuttosto che una professione ma che non rinunciano all’emozione di esibirsi in un teatro vero e proprio né alla preparazione di un prodotto professionale, frutto di mesi di prove.

Molti di loro hanno già acquisito una pluriennale esperienza nel campo partecipando a numerosi spettacoli e collaborando con altre compagnie, mentre altri sono esordienti ma con una gran voglia di mettersi in gioco, divertire e divertirsi. Alcuni, con la passione per il canto, si esibiranno in qualità di “canta-attori” mostrando anche le proprie doti canore oltre che interpretative.

Diego Rossi e Gino Tramontano sono i due autori dei testi teatrali che andranno in scena prossimamente. Il primo ne è anche il regista mentre il secondo ne cura anche gli aspetti musicali, in quanto compositore; quest’ultimo ricopre poi anche il ruolo di fonico di sala e direttore della fotografia.  

Ma in effetti, qual è il genere teatrale proposto?

Parliamo di commedie musicali inedite dove la comicità prende il sopravvento sul dramma e in cui la musica, così come la danza, risultano essere elementi fondamentali per la fruizione di spettacoli brillanti, colorati e dinamici.

Il teatro Bolivar, sito a Napoli nel quartiere di Materdei, sarà la cornice del prossimo spettacolo inedito che andrà in scena verso la fine dell’anno.

Abbiamo incontrato i due autori napoletani per rivolgergli qualche domanda.

Diego, come ti sei avvicinato al teatro?  <<Ho iniziato a fare teatro all’età di 14 anni. Venni chiamato da un regista di commedie teatrali per interpretare una piccolo ruolo, nella chiesa del mio quartiere; una commedia edita di Eduardo De Filippo. Da lì nacque la mia passione per il teatro, che comunque era una passione di famiglia poiché già i miei genitori amavano le commedie di Eduardo e i film di Totò. I miei punti di riferimento sono loro>>.

Quante altre esperienze hai avuto nel campo teatrale? <<Dopo questa prima esperienza ho fatto parte di una compagnia chiamata “I Fiori di Maggio” capitanata da Gabriele Esposito, con cui ho esordito in un musical, “C’era una volta Scugnizzi”. In più, con questa compagnia ci si dilettava ad organizzare spettacoli di varietà in cui canto ballo e recitazione si intrecciavano. Poi ho collaborato con Claudio Romanelli e con lui è stata la mia prima volta su un palco teatrale vero e proprio; ho recitato prima al Teatro delle Palme e poi al Teatro Cilea, questa volta in una commedia inedita. Ho continuato poi collaborando con la compagnia “Artemente”, ancora come attore, per poi nel 2016 diventare autore e regista dei miei spettacoli insieme a Gino Tramontano, prima presso la compagnia teatrale “Ago&Filo”, con il coordinamento di Gabriele Esposito, e più recentemente presso questa nuova compagnia>>.

Diego e Gino hanno creato le sceneggiature di tanti spettacoli dal 2016 a questa parte ed abbiamo chiesto al primo di elencarceli, dandoci di ognuno di loro una visione generale.

<< Posto che è stato maggiormente Gino ad essere ispirato e a propormi i soggetti, abbiamo esordito scrivendo insieme “Buon compleanno Topolino” col quale si volle mettere in atto uno spettacolo molto incline alle esigenze di un pubblico formato da famiglie con bambini dove i protagonisti erano alcuni dei personaggi del mondo Disney che festeggiavano il centesimo compleanno di Topolino, appunto. Ne “La cena del venerdì. Anche i quadri hanno un’anima” abbiamo voluto ricreare una dimensione un po’ fantasmagorica in cui i personaggi di alcuni quadri prendevano vita il venerdì sera ed il tema portante è stato la difesa dei luoghi di cultura che in molti casi vengono rimpiazzati da luoghi che producono maggiormente lucro.

Per quanto riguarda “Il Natale di Matilde” fu uno spettacolo prettamente natalizio. La storia che abbiamo deciso di proporre era molto profonda; abbiamo affrontato essenzialmente il tema della perdita dello spirito natalizio da parte di un giovane padre in seguito alla morte dell’amata moglie che avvenne proprio il giorno della vigilia di Natale di anni prima. Tutto questo senza rinunciare a momenti comici e in cui la magia del Natale era la protagonista, con tanto di neve a teatro! Per Residence Paradise l’ispirazione ci è venuta passando una sera davanti al Cimitero di Poggioreale, anche se il pubblico scoprirà solo nel secondo atto che quel Residence altro non è che un cimitero e che gli inquilini altri non sono che anime, anime sospese qui sulla terra poiché hanno tutte qualcosa da farsi perdonare. Il tema portante, la potenza del perdono con una morale atta a comunicare l’importanza di stare in pace con gli altri, sempre, per poi stare in pace con sé stessi per l’eternità. Il tricorno leggendario è stato ambientato in un’epoca piratesca; duelli, locandiere sexy, pirati svitati ed intrighi amorosi che porteranno poi alla morte dei due protagonisti che solo allora saranno liberi di amarsi>>

Gino, quali sono invece le fasi del processo creativo dei vostri spettacoli, dal punto di vista musicale? <<Prima di imbastire l’aspetto musicale, nasce l’idea poi il soggetto di una commedia per poi inserirvi le varie performances, con lo scopo di rendere determinati momenti molto più dinamici e brillanti. Il teatro in questo è come il cinema; c’è innanzitutto la stesura di un soggetto, di una storia. Le musiche poi vengono create in genere alla fine della stesura del copione per poi essere inserite nei momenti che noi riteniamo adatti>>.

 Diego, mi elencheresti quali sono, secondo te, le virtù che un regista deve avere? << Beh, dev’essere un leader e non un boss, e deve avere pazienza e passione. Se non hai passione puoi imparare tutte le tecniche che vuoi, non serve a nulla>>

..e quelle che una compagnia deve avere per lavorare in sintonia? << Umiltà, passione e rispetto>>.

 Cosa bolle in pentola con gli “sconosciuti”, invece? <<Attualmente, dopo un anno di fermo, stiamo preparando la nostra sesta commedia, molto più basata sulla recitazione piuttosto che sulla performance. Sarà meno drammatica degli ultimi spettacoli messi in scena, sicuramente. Si giocherà molto di più sull’aspetto comico. Il titolo: La casa delle beffe. Una famiglia vince alla lotteria un premio in denaro e in più un immobile abbandonato da anni il quale nasconderebbe un tesoro…il resto…dovete venire a scoprirlo a teatro. Restate connessi, ne vedrete delle belle!>>

Dunque, non ci resta che seguire questi ragazzi tenendo d’occhio i profili social della compagnia, aspettando di saperne un po’ di più del loro nuovo spettacolo tutto da ridere.

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