Agenda 2030 Goal 14 La vita sott’acqua


Agenda 2030 Goal 14 La vita sott’acqua

Il Goal 14 dell’Agenda 2030 ha come obiettivo finale quello di proteggere e utilizzare in modo sostenibile le risorse di oceani e mari.

Conservare, e nello stesso tempo utilizzare in modo duraturo gli oceani, i mari e le risorse marine è una sfida estremamente ardua per poter attuare senza problemi uno sviluppo sostenibile. La temperatura, la composizione chimica le correnti e la vita nelle acque degli oceani e dei mari, influenzano i sistemi globali, che rendono la Terra un luogo vivibile per il genere umano.

In pratica l’immensa distesa d’acqua che avvolge la Terra, è il più grande ecosistema del nostro Pianeta. Basti pensare che è un sistema che fornisce circa la metà dell’ossigeno necessario alla vita e assorbe più di un quarto del biossido di carbonio.

Un vero e proprio patrimonio indispensabile alla vita, che bisogna difendere e preservare. L’acqua piovana, l’acqua che beviamo, il meteo il clima, sono tutti elementi regolati dal mare. Il mare e gli oceani, sin dall’antichità sono sempre stati tra gli elementi primari per una sopravvivenza sia economica che sociale. Ed ancora, continuano ad essere tali; canali di estrema importanza sia per il commercio che per il trasporto.

Ma purtroppo la storia recente delle acqua degli oceani e dei mari, ha sottolineato una elevata incuria e  un costante degrado. L’aumento delle e missioni dei gas serra, ha fatto si che si creasse un accumulo di calore nelle acque, provocando dei cambiamenti nella composizione chimica. Una delle peggiori conseguenze che si è andata a creare è stata l’acidificazione delle acque, l’innalzamento del livello del mare, l’erosione costiera, e purtroppo anche la creazione di fenomeni metereologici realmente estremi.

Il tutto è anche accompagnato dalla pratica eccessiva della pesca e dall’inquinamento dell’habitat marino.

La pesca eccessiva o portata avanti con tecniche distruttive sta causando il mancato rinnovamento delle popolazioni marine.

Bisogna attuare e portare avanti una gestione attenta di questa essenziale risorsa globale che è una delle basi di un futuro sostenibile.

Solo per fare un piccolo esempio e comprendere il valore delle risorse marine, basta prendere in considerazione i vantaggi che le acque e gli oceani portano e contribuiscono alla vita dell’uomo. Ecco un elenco proposto dall’ONU Italia:

  • Il 90% del commercio globale utilizza il trasporto marino;
  • I cavi sottomarini trasmettono il 95% di tutte le telecomunicazioni globali;
  • La pesca e l’acquacoltura forniscono a 4,3 miliardi di persone più del 15% del consumo annuale di proteine animali;
  • Più del 30% dell’olio e gas globale prodotto è estratto in mare aperto;
  • Il turismo costiero è il settore di mercato maggiore nell’economia mondiale, includendo il 5% del prodotto interno lordo globale e dal 6 al 7% dell’occupazione globale;
  • Ampliare le conoscenze sulla biodiversità marina ha portato a progressi rivoluzionari in settori quali la galenica (preparazione dei farmaci), la produzione di cibo e l’acquacoltura;
  • Delle circa 20 megalopoli del mondo, oltre la metà sorge in zone costiere;
  • Maree, onde, correnti ed energia eolica in mare aperto costituiscono risorse energetiche rinnovabili che hanno un alto potenziale nel diffondere energia a basse emissioni di carbonio in molti Paesi costieri.

Bisogna quindi lavorare duramente per salvare la vita delle acque e degli oceani. La comunità internazionale ha già assunto degli impegni importanti e concreti per il futuro e il 2021 – 2030 sarà il decennio delle Nazioni Unite, sulla scienza oceanica per lo sviluppo sostenibile.

Ecco i punti dell’Obiettivo 14, La vita sott’acqua, strumenti di attuazione:

14.1 Entro il 2025, prevenire e ridurre in modo significativo ogni forma di inquinamento marino, in particolar modo quello derivante da attività esercitate sulla terraferma, compreso l’inquinamento dei detriti marini e delle sostanze nutritive

14.2 Entro il 2020, gestire in modo sostenibile e proteggere l’ecosistema marino e costiero per evitare impatti particolarmente negativi, anche rafforzando la loro resilienza, e agire per il loro ripristino in modo da ottenere oceani salubri e produttivi

14.3 Ridurre al minimo e affrontare gli effetti dell’acidificazione degli oceani, anche attraverso una maggiore collaborazione scientifica su tutti i livelli

14.4 Entro il 2020, regolare in modo efficace la pesca e porre termine alla pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata e ai metodi di pesca distruttivi. Implementare piani di gestione su base scientifica, così da ripristinare nel minor tempo possibile le riserve ittiche, riportandole almeno a livelli che producano il massimo rendimento sostenibile, come determinato dalle loro caratteristiche biologiche

14.5 Entro il 2020, preservare almeno il 10% delle aree costiere e marine, in conformità al diritto nazionale e internazionale e basandosi sulle informazioni scientifiche disponibili più accurate

14.6 Entro il 2020, vietare quelle forme di sussidi alla pesca che contribuiscono a un eccesso di capacità e alla pesca eccessiva, eliminare i sussidi che contribuiscono alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata e astenersi dal reintrodurre tali sussidi, riconoscendo che il trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo e per quelli meno sviluppati che sia appropriato ed efficace, dovrebbe essere parte integrante dei negoziati per i sussidi alla pesca dell’Organizzazione Mondiale del Commercio

14.7 Entro il 2030, aumentare i benefici economici dei piccoli stati insulari in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati, facendo ricorso a un utilizzo più sostenibile delle risorse marine, compresa la gestione sostenibile della pesca, dell’acquacoltura e del turismo

14.a Aumentare la conoscenza scientifica, sviluppare la capacità di ricerca e di trasmissione della tecnologia marina, tenendo in considerazione i criteri e le linee guida della Commissione Oceanografica Intergovernativa sul Trasferimento di Tecnologia Marina, con lo scopo di migliorare la salute dell’oceano e di aumentare il contributo della biodiversità marina allo sviluppo dei paesi emergenti, in particolar modo dei piccoli stati insulari in via di sviluppo e dei paesi meno sviluppati

14.b Fornire l’accesso ai piccoli pescatori artigianali alle risorse e ai mercati marini

14.c Potenziare la conservazione e l’utilizzo sostenibile degli oceani e delle loro risorse applicando il diritto internazionale, come riportato nella Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare, che fornisce il quadro legale per la conservazione e per l’utilizzo sostenibile degli oceani e delle loro risorse, come riferito nel paragrafo 158 de “Il futuro che vogliamo”

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